riflessioni notturne su leggi e civiltà

In questi giorni sto riflettendo molto sulle leggi italiane, la loro comprensibilità, il loro rispetto, il ruolo di chi deve far rispettare, e su quello che riguarda chi giudica e sanziona.

Come molti italiani in questo periodo, questo tipo di riflessioni porta a concretizzare un quadro desolante.

Allora, cosa sono le leggi?

La mia risposta è questa: le leggi sono semplicemente delle "regole" condivise tra tutti i cittadini, al fine di tutelare i cittadini stessi nella vita di tutti i giorni. Queste "regole" devono definire come comportarsi tra persone, tra cittadino e stato, quello che si può fare, il come farlo; ed anche quello che non si può fare, e come essere giudicati, puniti nel caso un cittadino non rispetti queste regole. A questo scopo ci sono gli organi di controllo (polizia) e di giudizio (tribunali).

Allora le leggi devono essere semplici e chiare, in modo tale che un cittadino capisca velocemente cosa può fare e come farlo, oppure cosa non può fare ed a cosa va incontro se non ottempera alla regola. Questo in Italia è impossibile.

Qui le leggi non sono affatto chiare, sono cangianti, un cittadino non sa mai realmente cosa può fare e come farlo senza incorrere in errore. In Italia le leggi sono ombrose, e rendono difficile agire nella legalità e mettono continuamente a rischio il cittadino di ritrovarsi come per incanto nell'illegalità.

Allora, in un contesto siffatto viene meno anche il ruolo degli organi di controllo, che così non sanno nemmeno loro come comportarsi, e spesso divengono strumento di chi invece abusa a propria discrezione delle leggi.

In un sistema legislativo come quello italiano, che dovrebbe usare la Costituzione come nucleo centrale di un quadro limitato di leggi specifiche, ci ritroviamo invece in una giungla di leggi controverse, spesso contrarie agli stessi dettami della Costituzione, e in contrasto continuo dalla legislazione regionale, che spesso duplica e contraddice il sistema legislativo nazionale. 

A tutto questo va aggiunto un ulteriore elemento. Mentre il sistema legislativo nazionale, basato sul "civil law" genera una infinità di leggi, avviene una continua affermazione del "common law" (l'organizzazione delle leggi tipiche dei paesi anglosassoni) dove le sentenze dei giudici diventano esse stesse di valore pari alle leggi, aumentando di fatto la confusione generale. Ormai è diventato di prassi "interpretare le leggi", di fatto un concetto assurdo.

In tutto questo, quando un cittadino non può sapere come "fare" qualcosa, e non capire nemmero perchè "non può fare" qualcosa, allora è giustificato a farla lo stesso, e se incorre nello scontro con le istituzioni, organi di controllo o tribunali, esso non è un "delinquente" bensì una vittima.






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